L’incredibile caso di Paul
Agosto 2018
Missione AGOM in Kerala, secondo team.
Le prime due giornate presso il reparto di agopuntura del S. Joseph Hospital sono state ricche di emozioni.
L’accoglienza di Sister Philomine e delle sue giovani collaboratrici, e la loro disponibilità a condividere tecniche e approcci diversi, hanno favorito l’instaurarsi di un bel rapporto tra noi e lo staff ospedaliero, nonché con i malati.
La calma, la pazienza, l’ordine e l’autodisciplina di tutti, qui in India, sono elementi che hanno molto da insegnarci, e spiegano come sia possibile che di fronte a cataclismi come l’alluvione che ha determinato 600 mila sfollati e oltre 320 morti, la popolazione mantenga una dignità, un coraggio e una compostezza che rasentano l’incredibile, e che traspaiono attraverso il loro dolce sorriso.
Ben accolti sono stati gli aghi somatici proposti da queste due dottoresse italiane, così simili e curiose, che fanno tante domande, confidando nella pronta traduzione da parte dello staff e, ove questa non bastasse, nella loro italianissima gestualità.
Indimenticabile il caso di Paul, un signore che a 71 anni ha già sperimentato i danni di due ictus -l’ultimo un mese fa-, una cardiopatia ischemica e aritmica trattata con bypass e pacemaker. Arriva camminando a passi piccoli e incerti con il sostegno della moglie Lilly alla sua destra, il lato dell’emiparesi. Il suo più grosso cruccio è l’afasia motoria: capisce tutto ma non riesce a parlare; l’unica parola che sussurra, a fatica, è il nome di sua moglie, Lilly.
Il trattamento di ieri, 22/08, ha lavorato sul Dumai e sul sangue, per agevolare la messa in moto della circolazione di qi e xue. Stamattina Paul arriva stanco e triste, con qualche linea di febbre. La moglie ci dice che le sembra un po’ più sciolto, peccato che questa febbre lo abbia debilitato. Lo guardiamo respirare disteso sul lettino, gli arti lunghi e sottili, l’addome un po’ disteso, il torace…immobile! Codeste scarse escursioni respiratorie indicano di certo una ridotta mobilità del diaframma. Forse ha un addensamento polmonare alla base della febbre, ci diciamo. Sblocchiamo il diaframma!! -diciamo in coro a suor Philomine-. Pungiamo Ren17, e aggiungiamo i punti antifebbrili, Du14, LI4, LI11; Ren23 per restituirgli vocalità.
Sul lettino vicino si stende un altro paziente. Mentre lo esaminiamo, sentiamo Paul tossire con vigore. Ci giriamo per controllarlo, e lui annuisce con la testa alla domanda di Tiziana “Are you ok?”, lo sguardo vivo, il volto sereno.
Nel frattempo ci dedichiamo ad altri malati. Dopo circa 20 minuti torniamo nella stanza dove avevamo lasciato Paul e, incredule, lo vediamo in piedi che sorride e scambia battute con le infermiere. Sopraggiunge subito Sister Philomine, e sorride anche lei. Le diciamo: “Paul seems better, doesn’t he?”
Lei si rivolge a lui nella loro lingua, chiedendogli come stia. Lui risponde con una voce sottile ma sicura, negli occhi il ritorno dello Shen. “He is saying that he feels better!” ci dice lei. Prima di uscire, la moglie commossa ci cerca per ringraziarci. “You are welcome, and you have not to thank us, we just helped his diaphragm to work better…”, le diciamo.
E fuori dall’ambulatorio, ecco assemblarsi un certo numero di parenti e amici dei ricoverati, incuriositi dall’agopuntura e pronti a chiederci se possono essere trattati…