Edemi trattati con l’agopuntura a Kalighat
Gennaio 2015
Signora di circa 70 anni, mentale leggermente alterato, molto dolce. Era a Kalighat ma con la testa era anche a casa sua, nel suo pezzettino di marciapiede da qualche parte a Calcutta. “Una rupia per dahl e acqua” ripeteva accarezzandoti la mano. Voleva essere trattata, molti lo desiderano, la cura d’altronde parte da li, dal prendere in cura una persona che si sente dunque curata, in senso ampio, accudita.
Le Anti ( le aiutanti delle suore) ci portano alla sua brandina e ci chiedono di curarla per quei piedi gonfi di edema che paiono otto impilati l’uno sopra l’altro racchiusi da una cute fine e tesa che temi d’un tratto possa squarciarsi.
Insufficienza renale? Che altro? La diagnosi occidentale non riusciamo a farla, non sappiamo nulla di più di ciò che vediamo. Il polso è valido, la lingua non si sa, non la fa vedere, ma se le chiedi di mostrarla e per farlo le tiri fuori la tua, ride molto. La trattiamo tutti i giorni, avendo particolare cura di disinfettare bene la cute, non vogliamo che l’inserzione dell’ago infetti e trasformi l’essudato in una sorgente suppurativa.
Con lei usiamo più aghi di quanto in genere facciamo qui a Kalighat, per migliorare il flusso nei meridiani stimoliamo circa due o tre punti ting a seduta, bilateralmente, 45S, 1F, 1M, 67V, 44 VB alternati, e in aggiunta almeno un punto di comando o sui liquidi, come 6R, o sul sangue, come 10 M, o sulla trasformazione come 3M, 42 S.
In breve migliora, in quattro giorni i piedi si sono sgonfiati circa della metà. Le Anti sono contente, la signora ci aspetta tutti i giorni e ci fa grandi sorrisi. Io e Carlo stiamo per partire. Come ci si sente piccoli, come ci si sente inutili, di certo non abbiamo portato a termine la terapia.
Ora la signora cammina di nuovo ma potrebbe guarire di più, si meriterebbe di essere trattata ancora. “Una goccia nel mare” diceva Madre Teresa, ma quell’oceano più che formarlo ti sembra di perderlo tanto minuscolo che sei. E così cerchi di fare pace, stai a Kalighat quanto puoi e poi speri che pian piano qualche altro medico agopuntore si appassioni di questo posto confuso e lontano e venga anche lui a curare con noi e poi torni anche senza di noi, quando può, quanto può in accordo con le suore e Agopuntura nel mondo in questo vi può aiutare e ben volentieri lo fa. Così che ci si alterni un pochino, perché la cura con agopuntura a Kalighat divenga sempre di più una realtà effettiva e non solo l’arrivo di quei due medici italiani, di Paola e Carlo.