La quinta stagione
Agosto 2018
Come si sa, la tradizione cinese contempla cinque stagioni. Alle solite quattro, primavera estate autunno inverno, aggiunge la fine dell’estate, la quinta stagione, e ne fa le giornate centrali dell’anno.
Certi settembre l’aria è trasparente, tersa, la luce chiara, il cielo azzurro, il mare piatto, la brezza lieve, l’estate è trascorsa e l’autunno è ancora lontano. Ai nostri climi sono queste le tinte leggere di questo periodo che è il fulcro dell’intera evoluzione stagionale. Ma per comprendere appieno la natura di questi mesi bisogna avvicinarsi al tropico. Qui è il monsone. Per questo la quinta stagione corrisponde all’umidità che nutre la terra. Sono queste nuvole nere che appesantiscono il cielo, gravano gravano. Bassi cumuli scuri in un cielo grigio, cremisi e violaceo, pressano il giallo ocra e la terra vermiglia di un calore bagnato che vedi, che tocchi, fin dentro la pelle sudata.
Poi irrompono in scrosci, a catinate, cascate, liberatorie fiumane di pioggia dalle saracinesche lassù, un muro d’acqua costante e tu ne respiri. Dura poco o parecchio e il sole ritorna. Oppure il cielo rimane sospeso, bigio, immobile a lungo, appagato dal fitto acquazzone recente, mentre un modico vento prende ad aleggiare tepore. La quinta stagione qui è questo monsone. Va spiegato bene agli allievi. Le quattro stagioni, rigide o morbide che siano, hanno indole stabile e costante nella maggior parte del pianeta, circa fra il circolo polare artico e l’antartico.
Procedendo oltre i circoli polari le stagioni intermedie di perdono, prende il sopravvento la stagione della luce, l’estate, e la stagione del buio, l’inverno, all’opposto avvicinandosi all’equatore sono le stagioni estreme che si perdono, Ma è la quinta stagione che muta di forme e figure e colori e nature, leggera o pesante secondo le differenti regioni del mondo.